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corsa

Di corsa

È che si corre, si inciampa, si cade.
Talvolta passa persino la voglia di rialzarsi.
Si perde di vista l’obiettivo, si vive in affanno per i motivi sbagliati, per la voglia di primeggiare, o per voler dimostrare qualcosa a tutti i costi.
In questa folle corsa succede di travolgere persone, calpestare sentimenti, investire passanti che non c’entrano nulla.
E peggio di tutti, si dimentica dov’è che stavamo andando, perdiamo noi stessi.
Se solo riuscissimo a rallentare un istante, potremmo guardare alle nostre spalle e osservare le macerie rimaste dopo il nostro passaggio.
Solo allora, forse, possiamo fermarci.
E cercare cosa si può ricostruire.
E allora gettiamo via le cattive abitudini, le amicizie sbagliate, quel passato ingombrante che in quella folle corsa ci trascinavamo dietro, come una gigantesca coda di serpente fatta di parole sbagliate, di rabbia, di persone cattive, del tempo perso a dare troppa importanza a tutto ciò che non ne ha.
Sganciamo l’imbragatura, e quella zavorra la lasciamo lì.
E ricominciamo a correre al piccolo trotto, per goderci il panorama, schivare buche ed ostacoli, cedere il passo a chi va più forte di noi e avvisare per tempo chi va più lento, perché possa lasciare libero il nostro cammino.
Chiediamo scusa, se necessario, e riprendiamo a correre sempre più decisi a riprenderci finalmente tutto quello che è nostro.

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