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gentilezza

Gentilezza a modo mio

Non sono una persona gentile.
Mi incazzo, mi infervoro, mi indigno, mi scaldo, urlo, strepito, mi incendio.

E regolarmente mi pento.

Sembro Davide, giuro che non lo faccio più, che la prossima volta farò la brava, e puntualmente ci ricado.

Ma non conosco malizia e cattiveria. Non so tenere i musi, non covo rancore, non servo la vendetta su un piatto d’argento, non riesco a restare arrabbiata più di dieci minuti, amo i chiarimenti, e so chiedere scusa.

Mi irrigidisco quando subisco ingiustizie e quando devo difendere i miei affetti, ancora più di me.

Ho imparato a mie spese che rabbia e rancore sono pessimi amici, che ti mangiano dentro e ti fanno sembrare giuste le cose peggiori; persino le persone peggiori diventano amiche quando lasci che l’odio si mangi tutto di te.

Al rancore si accompagnano solitamente due verbi: portare e covare, non a caso.

Covare: come un morbo, un male che ti scava dentro e si nutre della parte peggiore di noi.

Portare: come una zavorra, un vestito bagnato che si inzuppa e si fa pesante e ti porta a fondo, fino a farti annegare.

Io preferisco allenarmi a portare pazienza, e dedicarmi a covare i miei affetti, anche se non sono brava nemmeno come mamma chioccia, figuriamoci se posso permettermi di far crescere un sentimento
così inutile come l’odio, con tutto l’amore che ho da spendere.

Che servisse a qualcosa almeno, sprecare così tante energie su una roba così sterile. Servisse a sentirsi meglio, a superare una perdita, a crescere, voltare pagina.
Ci siamo caduti tutti in questa trappola, almeno una volta nella vita, penso.

Ma non c’è tempo maggiormente sprecato, di quello passato sulla riva del fiume ad aspettare cadaveri di nemici, che spesso nemmeno lo sanno, di essere nemici.

Ai monologhi e ai film mentali, preferisco da sempre un sano confronto, un lusso per pochi, che richiede coraggio, oltre che gentilezza.

Ma tendere agguati alle spalle pare spesso un’alternativa più semplice. Per fortuna ci pensa la vita, a prenderti alle spalle, se non sei in grado di prenderla di petto.

E anche questa, purtroppo, è una lezione che si apprende da soli.

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