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Rinascita

E poi arriverà il giorno in cui, guardandoti indietro, ti renderai conto che è passata.

Non saprai nemmeno tu come. Ma è passata

E ti chiederai incredula come diamine hai fatto.

E all’improvviso ti sentirai così sciocca, ridicola persino.

E cercherai di capire dov’è finita tutta quella sofferenza, la tristezza, l’odio, il livore, il dolore.

Cercherai di capire se si sono trasformate in qualcos’altro, possibilmente qualcosa di buono. O se, semplicemente, sono svanite nel nulla.

Ripenserai a tutte le volte che ti sei coperta di ridicolo, a quando hai calpestato la tua dignità dando la colpa agli altri, a tutti i modi stupidi in cui hai cercato di attirare l’attenzione.

E ti chiederai se ne è valsa la pena.

Valeva la pena restare immobile, in stand-by, in attesa di qualcosa che non sarebbe tornato mai più? Valevano la pena i fiumi di lacrime e di vino, le ore vuote, che potevano essere riempite di affetti e bellezza e che hai sprecato cercando i pretesti più stupidi per sapere, carpire informazioni, affermare convinta dichiarazioni di guerra mai seguite da azioni concrete, umiliarti con telefonate senza senso, con messaggi senza risposta…

Valeva la pena perdere così tanto tempo? Versare così tante lacrime? Passare così tante notti insonni? Smettere di mangiare e di sorridere? Fracassare l’anima alle amiche (ah… le amiche…).

Sguazzare in quella palude che ti sei confezionata ad arte, fatta di ricordi, domande senza risposte, risposte che fanno troppo male per esser prese per vere, regali chiusi in una scatola, insieme a te stessa, pensi, per sempre.

Accanirsi a cercare spiegazioni, appigli, responsabili e responsabilità.

Possibilmente altrove, che guardarsi dentro fa sempre, troppo male.

Seminare zizzania, meditare vendetta, affannarsi a rincorrere qualcosa che non era più.

E ora è così chiaro, maledizione.

Non era più.

Vedi? A saperlo prima…

E imparerai che la tua felicità e la tua riuscita personale non dipendono da nessuno, se non da te stessa. Che gli obiettivi e i sogni che ti era prefissata sono lì, a portata di mano. Basta avere il coraggio di allungarla, questa mano. Per spazzare via il passato, ed agguantare il futuro con forza, e non lasciarselo scappare più.

E godrai della felicità degli altri, anziché subirla, la guarderai da lontano, sorniona, sapendo che ormai non ti interessa più.

E smetterai di giudicare e di giudicarti, perché solo camminando per un po’ nelle scarpe degli altri, puoi sapere davvero chi sono, e chi sei tu.

E anche questo lo puoi imparare solo dopo aver percorso molti, moltissimi chilometri, a piedi, con scarpe strette, larghe, scomode, confortevoli. Solo allora, giunta alla meta, i piedi nudi affondati nella sabbia, potrai finalmente fare pace con quello che è rimasto.

E non faranno più male certi posti di quella devastante geografia del cuore, e certe foto tornerai a guardarle col sorriso sulle labbra, e certe canzoni potrai cantarle di nuovo a squarciagola. Un inno alla vita, alla rinascita.

Perché di cuore spezzato non si muore, mai.

https://www.youtube.com/watch?v=l_SyixrKFTc

 

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