Vieni entra, accomodati pure.
Scusa la confusione, ma sai, sto ancora mettendo ordine nei miei pensieri, sono sparsi un po’ dappertutto.
E poi guarda qui, accidenti, questo deve averlo lasciato l’inquilino precedente. Se n’è andato senza preavviso lasciando un casino qui intorno…
Eh sì, all’inizio ne avvertivo la mancanza, ma poi sai, ho capito che non si trattava di vuoto, ma di spazio, che si era liberato per far posto a migliori novità.
E tu cosa mi racconti?
Aspetta, scusami, dammi questo fardello inutile… accidenti come pesa! Ma che ci hai messo dentro?
Come dici?
Qualche delusione? Progetti mancati, sogni infranti, rabbia, tristezza… ok, ok, ho capito.
Posalo qui, in quest’angolo, che non stia nei piedi.
Ma no tranquillo che non ti ruba niente nessuno: e poi a chi vuoi che interessi un fardello emotivo? Hai mai visto ladri di sentimenti? Qualche scippatore al limite, di quelli a cui affidi un po’ di affetto, un ricordo caro, e questi se ne appropriano, se lo portano via senza permesso, e se occorre non lo restituiscono nemmeno più, come certa gente fa coi libri in prestito.
Senti, vuoi qualcosa di caldo? Un abbraccio magari? Che la stagione è fredda, ‘sto cavolo d’inverno sembra nn passare mai.
Intanto ti mostro la tua stanza. Ti ho liberato qualche cassetto, quelli chiusi a chiave sono pieni di sogni, ma quelli che si sono liberati sono a tua completa disposizione.
Una volta messi al sicuro, puoi dormire anche tu sogni sereni; magari più tardi passo a vedere se sei a tuo agio; posso rimboccarti le coperte, o provare a scoprirti un pochino, ma senza metterti a nudo, tranquillo, non voglio che ti raffreddi.
Qui non girano cattive influenze, ma è meglio non rischiare…
Ma vuoi vedere le altre stanze?
Allora, questa è piuttosto affollata, qui è una specie di comune, ci sono tutte le mie amiche. Sì, sono parecchie e stanno un po’ strette, ma a breve metterò a disposizione un altro po’ di spazio.
Qui invece c’è la mia famiglia, ma magari te li faccio conoscere un’altra volta… questa è la stanza di mio figlio… che poi stanza: praticamente occupa tutto lo spazio rimasto. Ti direi di entrare ma c’è davvero tanta confusione: urla, bambini che saltano e corrono, canzoni cantate in macchina a squarcio gola, feste di compleanno, smorfie, costumi di carnevale, pianti isterici, e pure qualche bacillo, rischi di prenderti qualcosa dai, torniamo di là.
Sì, questa sono io da bambina… eh ci sono un mucchio di ricordi che non riesco ad accantonare… e qui ero a Berlino in gita con la scuola. Già, i Nirvana. E questo è il primo concerto di Daniele Silvestri. Siddhartha di Herman Hesse… lo hai letto? Il mio primo bacio, una litigata con mio fratello, una serata a ridere su quel muretto in campagna, poi che altro? Ho così tanti ricordi accumulati in quasi quarant’anni di vita che non so più dove metterli. E’ che a volte si insinuano nelle pieghe del tuo cuore e magari saltano fuori dopo mesi, o anni, quando ormai eri sicura di averli persi, dimenticati. Come si dice?
L’anima nasconde ma non ruba.
Prendi questo per esempio: l’esame di maturità. Non sono riuscita a trovarlo per anni. E ora me lo sogno tutte le notti, ma ti pare?
Questo invece è lo stanzino degli orrori, o degli errori? Lascia perdere per ora. Ti ci faccio entrare quando ci conosceremo meglio magari eh?
Intano vieni, che ti porto a vedere il meglio. Guarda che vista da questa finestra: li vedi laggiù? Quelli sono tutti i miei castelli per aria. So che non sembra, ma alcuni hanno fondamenta solidissime. Sotto c’è un bell’esercito a difesa, tutti armati delle migliori intenzioni.
Se vuoi più tardi andiamo a fare una passeggiata, c’è qualche sbalzo emotivo piuttosto divertente da percorrere in macchina.
Ora ti lascio prendere confidenza con questo posto nuovo: fai con cautela, è tutto in equilibrio molto fragile, cerca di non far crollare niente, sopratutto queste solide certezze, ci ho messo parecchio tempo a costruirle, e non vorrei dover ricominciare da capo.
Ti metto qui la chiave, così sei libero di entrare quando vuoi. Mi raccomando solo di non perderla, se ne hai la possibilità: difficilmente ne concedo una seconda.