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Mammacheblog

Mammacheblog 2016

Una settimana fa ero al mio primo Mammacheblog.

Un’esperienza che qualunque blogger dovrebbe fare, almeno una volta.

Per sfruttare un’occasione unica di formazione e condivisione; ma soprattutto per rendersi conto dei propri limiti e per far vacillare qualche certezza.

E visto che mettermi in gioco è una delle mie attività preferite, direi che ero la persona giusta nel posto giusto.

Per quanto mi riguarda è stata una vera e propria rivoluzione di pensiero.

Sto ancora elaborando le informazioni ricevute – tantissime in poco tempo purtroppo, perché al pomeriggio ho dovuto fuggire per rientrare a Genova – e tentare di farne buon uso.

Sono successe diverse cose belle.

Per esempio ho conosciuto una ragazza gentile, Maria, ed ho scoperto che il collettivo di mamme di cui faccio parte, ovvero Mammlab, ha aderito alla splendida iniziativa di Baby Pit Stoppers, di cui lei era portavoce, vincitrice del Fattore Mamma Award di quest’anno.

Ho conosciuto un’altra donna poliedrica e capace, Rossella, che mi ha fatto capire che la strada che voglio prendere col mio blog è quella giusta, semplicemente perché è la MIA.

Ho finalmente conosciuto dal vivo le mamme blogger di Living Like a Mom, che hanno visto nascere il mio blog e lo hanno seguito fin da quando ha mosso i primi passi. (e poi la smetto con le metafore mammesche), e anche se il tempo è stato poco, è stato bello per un attimo abbandonare il virtuale per il reale, tanto che mi è venuta voglia di farlo più spesso.

Ho capito che c’è una parte di mondo del blogging che non mi appartiene e a cui non mi interessa appartenere. E anche andare per esclusione – non voglio essere questo – è un passo verso la ricerca della propria identità.

Mi sono resa conto – e non ci voleva certo il Mammacheblog – che sono del tutto ignorante in materia di social network, di scrittura web, di web marketing e di un sacco di web-cose…
Lista delle cose da fare: studiare, studiare e ancora studiare.

E soprattutto per la prima volta mi sono sentita presa sul serio.

Ho realizzato per la prima volta che quello che sto facendo esiste davvero; l’ho toccato con mano, esiste, è reale e concreto.

Ho capito che questo piccolo pazzo sogno ha tutti i numeri per diventare realtà.

Ci vorrà tanto lavoro duro, che però non mi spaventa.

E anche tanta umiltà, tanta curiosità e moltissima serietà.

Questa è la formula vincente che mi è stata insegnata nelle poche ore trascorse a Milano.

Che voglio cominciare ad applicare subito.

Arrivederci in autunno Mammacheblog!

 

P.S.

Piccola menzione d’onore va alle stupende donne che ogni anno con enorme impegno e tanto tanto lavoro, organizzano questo evento in maniera pressoché impeccabile.
Un grazie è poco, per tutto il lavoro fatto, non solo in occasione del Mammacheblog, ma ogni giorno dell’anno per dare voce e spazio a noi “famous – local – bloggers”!

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