La mamma olistica, quella che si fa il sapone di aleppo in casa, che lava con le noci… come dite? L’avete già sentita questa?
Ah già, è vero.
Ora che ci penso anche io l’ho già sentita, e l’ho rivista, su un blog non mio.
Il prezzo della notorietà dite? Lo so, ma non mi va giù.
Voglio dire, questo è il mio blog, e quello era il mio pezzo!
D’accordo. Proviamo a vederla sotto un’altra prospettiva: ragazze, SONO DIVENTATA FAMOSA, mi hanno plagiata!!!
Ebbene sì; oggi, grazie alla segnalazione della gentilissima Francesca, ho scoperto di essere stata scopiazz citata da un’onorevole fonte del panorama delle neomamme blogger.
Lo so, è un onore, sono lusingata.
Vabbè ma che c’entra che il suo blog ha solo 17.000 visualizzazioni, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli no?
E poi mi cita, come hanno fatto tutti finora.
Ah non mi cita? Come non mi cita… spetta un po’, famme vede’… e no, non mi cita.
Ma sicuramente si sarà sbagliata.
Eh no, lo spaccia proprio per suo.
Allora è plagio.
Quella roba lì dai, che hai zero fantasia, la creatività non sai manco dove sta di casa, per non parlare del sacrifico e dell’impegno che ci vogliono nella scrittura, con l’aggravante di essere completamente vuoto di contenuti, ma zero proprio, e insomma : non sei capace di scrivere.
Però hai voglia di prenderti cinque minuti di notorietà e allora pensi: che posso fare?
Scrivere un bell’articolo di mio pugno? Ma noooo, il web è pieno di post simpatici senza paternità, ne prendo uno a caso, lo posto sul mio blog, lo metto sulla mia pagina dicendo “guardate che carino! Un nuovo post, un po’ ironico” (‘spetta un attimo… ironico? Questa devo cercarla sul vocabolario, visto mai che sia una brutta malattia e poi tutte sparlano di me dicendo “ah ah, è arrivata quella ironica!”) e lo spaccio per mio.
Facile no? Dai che vi ho dato un’ideona, dite la verità!
Così lo può aprire anche Er Monnezza un blog!
Sono scema io dite? Lo so, scema e povera, che da due anni mi curo questo posto, senza guadagnarci un euro, per il puro piacere di fare una cosa che amo alla follia: scrivere.
Quindi insomma, forse me la sto prendendo troppo. Non so.
In fondo è solo un blog no? Solo una piccola cosa che sto curando con impegno sottraendo tempo a mio figlio e al lavoro, e senza nemmeno avere un tornaconto, quindi dai, che mi lamento a fare?
Però dai, sono certa che c’è una spiegazione, non è possibile che uno si apra un blog e invece di scrivere roba sua si metta a scopiazzare dal web, dai! Sembra fantascienza, non può esistere una persona così!
Sai cos’è che mi rode in verità?
Che quando ho scritto il post “le categorie di mamme che odio”, me ne sono dimenticata una: la plagiatrice.
E ormai non sono più in tempo ad aggiungerlo, anche perché è un post che ho scritto quasi due anni fa, non ha senso modificarlo.
E poi, dalla pagina “Ma dove arrivo se parto” della psicologa perinatale Arianna Cosmelli ha avuto oltre 9.000 condivisioni, sarebbe difficile cercare queste persone una ad una e dire: senti scusa, ciao sono Sara Tassara, l’autrice del blog Allegro con Biro, ecco, sai il mio post che hai condiviso? dovrei aggiungere la mamma plagiatrice, aspetta che così poi lo condividi di nuovo, completo ok?
Quindi facciamo che ve lo scrivo qui com’è la mamma plagiatrice, e voi mi dite se ne conoscete qualcuna.
La mamma plagiatrice è in genere piuttosto giovane, alle prime armi non solo con maternità e scrittura, ma con la vita stessa. Per cui, per esempio, non immagina che qualcuno possa riconoscere un post che ha ottenuto 9.000 condivisioni in cui sono citate le fonti e l’autrice. Così preferisce pigramente spacciarlo per suo, e prendersi pure i complimenti. La mamma plagiatrice di fondo è infatti un po’ pigra e senza inventiva. Dice di scrivere per passione, per lasciare un bel ricordo a suo figlio, ignorando che sarebbe sufficiente lasciargli l’obsoleta virtù dell’onestà.
La mamma plagiatrice è quella che ti dice “ma che bella la tua maglia, dove l’hai comprata?” e il giorno dopo se la compra anche lei, così vi ritrovate faccia a faccia all’asilo come le gemelle Kessler, che manda sua figlio a basket solo perché ci va anche il tuo (sperando che sia più bravo del tuo, cosa che, ça va sans dire, non succederà mai: il fallimento del plagio è ereditario purtroppo), che ti copia la pettinatura e fa gli inviti per le festicciole di compleanno uguali ai tuoi, solo più brutti.
Perché non è nemmeno capace a copiare.
Metti che tu scrivi un articolo, un esempio a caso eh? In cui citi Busalla, ridente località dell’entroterra genovese, e una decide di copiare questo articolo, però è di Milano. Almeno cita Lambrate, e non Busalla no? Ma ogni riferimento è puramente casuale ovviamente.
Che poi di fondo, anche la mamma plagiatrice non è che sia cattiva, fa del suo meglio, come tutte.
E’ un mix tra la mamma con l’ansia da prestazione e la mamma perfetta.
Solo che perfetta non è.
Perfetto è solo l’originale.
La copia resta sempre un passo indietro.
p.s.
Ci tengo tanto a ringraziare Enrica Tesio, per i consigli e il sostegno: la tua disponibilità non è da tutti.
Grazie a Nadia, sister di scrittura, e Paola, saggio avvocato.
E ringrazio ancora di cuore Francesca per la segnalazione. Questa è la dimostrazione che le persone che mi seguono, sono poche ma lo fanno con affetto.
Continuate così, io scrivo per voi, siete voi la mia benzina! Grazie!