Ci vogliono piatti, uniformi, conformi alle regole.

Ci vogliono annoiati, con un pensiero convergente nella norma comune, omologati.

Ci insegnano ad essere forti, a non mostrare emozioni, a relegare la sensibilità ad una sfera emotiva che non possiamo permetterci.

Ci insegnano a non mostrare mai paura, fragilità, errori.

Si insegna ai bambini a non piangere perché è roba da femmine e alle bambine e non farlo perché devono essere forti.

Ci insegnano a temere il cambiamento, percepito come tradimento – di se stessi, o di chi ci sta accanto – anziché come evoluzione, rivoluzione.

Nessuno ci spiega che sono proprio le nostre fragilità, il nostro punto di forza.

Perché solo uscendo dalla nostra comfort zone, saremo in grado di affrontarle, di metterci a nudo,  di guardare in faccia le nostre paure e e accoglierle, come parte integrante del nostro percorso e, in ultima analisi di noi stessi.

Il mio 2018 è stato generoso, in ogni ambito della mia vita.

Piano piano sto finalmente raccogliendo i frutti di tutto quello che avevo seminato nei mesi e negli anni passati.

E avevo seminato con tenacia, con passione, con dolore.

Ed è questo il mio augurio per il vostro 2019: siate impavidi, coraggiosi e un pizzico incoscienti.

Mettete passione e cuore puro in tutto quello che fate, e fregatevene del giudizio degli altri.

C’è chi vi prenderà per pazzi, chi proverà a tagliarvi le gambe, chi vi accuserà di furto di idee, invenzioni, progetti passati e futuri. Ci saranno invidie e malelingue, cattivi auspici, muri da abbattere, o solo da aggirare.

Ma voi andate avanti: inseguite i vostri sogni con ardore, praticate piccole rivoluzioni ogni giorno, guardate in faccia la paura, prendete per mano le vostre fragilità ed esponetele al mondo come piccoli trofei, perché solo così non saranno più punti deboli, dove è più facile colpire.

Sognate, ballate, onorate la bellezza, portate avanti ogni singola idea con passione e onestà e continuate imperterriti e audaci a colorare fuori dai bordi.

Buon 2019.