Amo TROPPO lavorare da sola.
Da dieci anni ormai sono membro di un’associazione culturale, in cui ho imparato il valore del lavoro di squadra.
Ma per troppo tempo mi è mancato il mio spazio.
Prendere le mie responsabilità.
Sbagliare da sola.
Prendere delle belle randellate nei denti.
Avere la soddisfazione di dire “questo l’ho fatto io, da sola!”
Così è nato il mio blog, il mio progetto, MIO come diceva mio figlio di ogni oggetto, dal giocattolo al telecomando, quando aveva due anni.
Dopo quasi tre anni di lavoro in solitaria però, ho sentito la necessità di tornare agli albori: lavorare in squadra.
Perché da soli è più difficile, ci vuole molta disciplina, è noioso e non ti permette di confrontarti con nessuno. Che può essere un bene – si lavora più spediti, non ci sono discussioni, le decisioni le prendo io, PUNTO – ma ha tanti lati negativi. Appunto.
Per esempio: con chi gioire dei traguardi raggiunti? Chi ti corregge i refusi? Chi ti dice “Sara, a ‘sto giro hai proprio scritto una stronzata?”
E così mi sono imbattuta in “Adotta1blogger”.
Che è una rete. E a me le reti sono sempre piaciute, perché per prima cosa mi ispirano salvezza, un luogo sicuro, che ti accoglie dopo voli spericolati, che ti permette di prendere dei rischi e di cadere senza farti male.
Sto ancora facendo fatica ad usare come si deve questo network, mi manca il tempo di leggere, recensire, affezionarmi.
Ma qualche amore è già nato, e spero che presto si trasformi in collaborazione.
Perché lavorare da soli è la vertigine della libertà, ma senza un gregario difficilmente si raggiungono le vette più alte.